
Chi di voi non ha mai pensato almeno una volta nella vita ” sono in vacanza e voglio solo pensare a rilassarmi”?
Lo ammetto, prima di questa consapevolezza maturata con il tempo e la sensibilizzazione a certe tematiche che oramai non possiamo più ignorare, anche io l’ho pensato.
Solo l’apertura mentale conquistata dopo qualche viaggio alla ricerca dell’autenticità del luogo in cui mi trovavo, ha acceso in me un campanello d’allarme. Mi sono resa conto che è in atto una standardizzazione di massa accelerata da un turismo parassitario, pretenzioso e poco propenso ad adeguarsi alle tradizioni e abitudini sviluppate in ogni angolo di mondo. Chi è solito prenotare la vacanza nel classico resort con piscine e numerosi ristoranti all’interno, può comprendere a cosa mi riferisco. Ogni Paese sembra uguale, cambiano i volti degli animatori, il profumo dell’aria ma è difficile rientrare a casa dalle vacanze e raccontare agli amici cos’è davvero quella terra, chi la abita, cosa pensano, come pregano o come mangiano. Il più delle volte si torna con un centinaio di fotografie, qualche souvenir ma nessuna consapevolezza.
Ecco dunque che entra in gioco il concetto di turismo responsabile, a differenza di come il pensare comune suggerisce, questo concetto non è messo in pratica da un protocollo asfissiante di regole pressanti. Essere turisti responsabili non vuol dire altro che essere consapevoli, una sensazione che dovremo imparare ad applicare alla nostra vita quotidiana, in ogni scelta e non solo in viaggio. Ho notato che il mondo con l’industria del turismo sta diventando finto e standardizzato, le discutibili esperienze autentiche che si vendono a caro prezzo sotto forma di escursioni, non sono altro che parvenze amplificate di un mondo che è scomparso oppure che non c’è mai stato. Molte delle tradizioni locali, sono spesso state inventante ad oc per i turisti. E’ per questo che esiste una differenza fondamentale tra turista e viaggiatore, non è la stessa cosa ! entrambi possono aver visitato lo stesso posto, ma l’uno tornerà con le tasche vuote e la pelle scottata dal sole mentre l’altro con il cuore colmo di gratitudine, la mente aperta alla diversità e la bocca piena di parole per raccontarlo e trasmetterlo.Vi sembra poco? quali sono dunque i principali atteggiamenti da assumere in viaggio per essere turisti responsabili e arrestare il decadimento standardizzato per il quale è in corsa il mondo?

Le regole sono poche e semplici, vediamole insieme…Adatta le tue abitudini a quelle del Paese che visiti, non imporre la tua cultura potrebbe non essere compresa e potresti risultare maleducato/a;
- Apriti alle scoperte culinarie del mondo. Sapori, odori e nuovi ingredienti sono gli alleati di un viaggiatore, per capire un popolo si parte dal momento più sacro, il pasto. Non scegliere fast food o catene mondiali, esci dalla tua zona confort e alimenta la tua curiosità;
- Integrati con i locali, parla con loro riempili di domande. E’ un modo genuino per fare scambio culturale, accresci la tua cultura e apprendi le bellezze diverse del mondo, così facendo imparerai a giudicare meno perché automaticamente saprai di più.
- Investi nelle economie locali, acquista artigianato del posto o mangia in luoghi tradizionali a conduzione famigliare. Sono questi i luoghi più calorosi e accoglienti, ed è giusto far crescere l’economia della gente semplice che mette al servizio del viaggiatore il proprio tempo.
- Assicurati che i prodotti che acquisti siano etici, diffida da qualsiasi acquisto che in qualche modo non fa bene al pianeta o agli animali.
- Non portare con te la natura del luogo. Sabbia, pietre e conchiglie o coralli servono al ciclo della vita e devono restare esattamente dove sono, assapora l’attimo in cui le vedi, sentiti grato per l’esperienza, non portare in valigia ciò che dovrebbe rimanere per terra o nell’acqua;
Semplice dopo tutto non credi? essere un turista responsabile non è affatto stressante ma anzi è un modo migliore per vivere un viaggio, arricchirti e lasciare una scia positiva del tuo passaggio.
Ricorda che il mondo è bello proprio perché è diverso… non lasciare che diventi tutto uguale…
Vicky Elia
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